Il siero di latte non è solo uno scarto della produzione di formaggi, ma una prelibata materia prima per produrre biocarburanti. Il segreto è racchiuso in un batterio chiamato "E.coli" in grado di dare luogo alla trasformazione. L'intuizione di un gruppo di studenti dell'università di Pavia guidati da Paolo Magni, professore di Bioingeneria, ha permesso all'Ateneo di conquistarsi la medaglia d'oro e «best food or energy project» durante iGEM 2009 (International Genetically Engineered Machine), la student competition sulla biologia sintetica dell'Mit di Boston. Al concorso hanno partecipato due università italiane, Bologna e Pavia, ospiti dell'«Mit's stata center» insieme ad altre 111 Università, come la Johns Hopkins, Harvard, Mit, Imperial College, Cambridge, Heidelberg e Berkeley.
Il progetto di Pavia riguarda la progettazione e ingegnerizzazione di un «E.coli», un batterio capace di produrre etanolo (un biocarburante) a partire dal siero del latte, derivante dalla produzione dei prodotti caseari. Il siero del latte è uno scarto derivato dalla produzione di formaggi e altri prodotti di caseificio classificato come "rifiuto speciale" a causa della sua elevata domanda chimica e biochimica di ossigeno. La soluzione proposta dal professor Magni per valorizzarlo è quella di unire la capacità di metabolizzare il lattosio, digerendolo in glucosio, tipica di alcuni batteri e funghi, con la capacità di fermentare il glucosio in etanolo ad alta efficienza. L'etanolo può essere utilizzato, puro o miscelato alla benzina, per la produzione di bio-carburanti.